PETA accusa Far Cry 5: glorifica e banalizza la pesca
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Il PETA si scaglia contro uno dei videogiochi più caldi dell'anno. Come accaduto già in passato, il People for the Ethical Treatment of Animals ha nuovamente redarguito gli sviluppatori di videogiochi per l'inclusione ed il trattamento riservato agli animali all'interno dei loro prodotti di intrattenimento. E, questa volta, nel mirino troviamo niente meno che Far Cry 5.
La divisione tedesca dell'associazione che si batte per difendere i diritti degli animali in tutto il mondo ha quindi pubblicato una nota in cui si scaglia pesantemente contro l'ultimo shooter open world di casa Ubisoft, ambientato in Montana. Sotto accusa troviamo le battute di pesca del videogame: secondo il PETA, la pesca sarebbe "glorificata" e "banalizzata" all'interno del gioco. Un aspetto che andrebbe così a catalogarsi sotto "contenuti non etici".
"Pescare vuol dire attirare pesce in una trappola, esporlo alla paura e alla mancanza di respiro per minuti o persino ore, così come ad un'agonia prima di essere uccisi o tagliati vivi", spiega nella nota la biologa marina Tanja Breining. "Oggi sappiamo che un pesce è qualcuno, non qualcosa, ed è una grave colpa promuovere la pesca. I pesci sono vertebrati curiosi con personalità individuali".
Di conseguenza, il PETA chiede ad Ubisoft di non pubblicare in futuro altri giochi in cui si "glorifichino le uccisioni come passatempo", mentre il colosso d'Oltralpe non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione riguardo alla questione. Voi cosa ne pensate? Le accuse del PETA sono giustificate? Vi ricordiamo che Far Cry 5 è disponibile su PS4, Xbox One e PC: scoprite se è davvero da demonizzare nella nostra recensione.
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April 30, 2018 at 04:39PM
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