10 Cloverfield Lane, chi è il vero mostro?

10 Cloverfield Lane, chi è il vero mostro?

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Avete presente Cloverfield (2008)? Alcuni lo ricordano solo come un film di fantascienza nella media, senza nulla che lo rendesse particolarmente memorabile, se non per aver riportato in auge la tecnica del found footage o rinnovato l'interesse hollywoodiano per i monster movie. Ma per altri la pellicola di Matt Reeves si è dimostrata un interessante esperimento mediatico che non si è limitato al grande schermo ma ha anche abbracciato le potenzialità della rete come medium.

Come abbiamo già visto, la mente dietro all'operazione e al successo di Cloverfield non è altri che J.J. Abrams, produttore che non ha assolutamente bisogno di presentazioni (Lost, Super 8, Star Trek e Star Wars) e maestro nel costruire l'hype nel consumatore. Con questo film in particolare, ha dato il via a un nuovo metodo di fare marketing virale, basato principalmente sull'utilizzo di siti ARG (Alternate Reality Game), ovvero pagine web di società e eventi fittizi che raccontano una storia o forniscono nuovi dettagli sull'intreccio. Grazie a questi stratagemmi di marketing, il primo film della saga è riuscito a rimanere impresso nella mente degli appassionati ben oltre gli 85 minuti di proiezione, fornendo di fatto un nuovo tipo di intrattenimento multimediale.

10 Cloverfield Lane jpg

Naturalmente per riaccendere l'interesse degli appassionati non erano più sufficienti le descrizioni dettagliate del mostro Clover, ma era necessario un nuovo e inedito film. La casa di produzione di Abrams, Bad Robot, ha vagliato molte idee prima di pensare a un seguito cinematografico, con la consapevolezza che un banale Cloverfield 2 non avrebbe funzionato ugualmente bene. Per dare il via al cosiddetto "Cloververse" era necessario proporre un mistero completamente inedito, capace di catalizzare gli appassionati online con nuove assurde teorie.

Da un soggetto inedito chiamato The Cellar e un regista indipendente (Dan Trachtenberg) è nato così 10 Cloverfield Lane, rilasciato l'11 Marzo 2016 negli USA e il 28 Aprile da noi. Annunciato di nuovo a sorpresa - appena un mese prima - con un trailer in sala, la seconda pellicola ha spiazzato gli appassionati per un intreccio completamente slegato dal primo film. Ma la verità, ancora una volta, era stata sotterrata dagli autori sotto le montagne di dati di siti ARG della nuova campagna marketing.

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L'intreccio del film ora segue Michelle (Mary Elizabeth Winstead), una donna in fuga dalla sua vita dopo una lite con il suo ragazzo. Viaggiando di notte nell'entroterra americano, rimane vittima di un incidente stradale nel quale perde i sensi. Al suo risveglio si ritrova in un bunker sotterraneo, ammanettata ma con qualcuno che si prende cura delle sue ferite. Il carceriere è l'imponente Howard (John Goodman), che sostiene di averla salvata prima di un attacco apocalittico sferrato in superficie probabilmente da una forza aliena. Con l'aria contaminata e presumibilmente tutti morti, inizia la strana convivenza post apocalittica fra Michelle, Howard e il terzo incomodo Emmett. Le paranoie e lo scetticismo non tardano ad arrivare specialmente sull'enigmatico proprietario di casa, che nasconde più di uno scheletro nell'armadio.

10 Cloverfield Lane è molto differente dal prequel, a partire dalla mancanza più evidente: non c'è nessun mostro in tutto il film. O meglio, dovreste aspettare l'ultimo folle quarto d'ora per avere qualche breve scorcio su creature non proprio amichevoli. La sceneggiatura invece pone il focus proprio sulla relazione forzata nello spazio ristretto del bunker dei tre personaggi, e del gioco di sospetti sempre presente. Il burbero Goodman si cimenta in una delle sue interpretazioni migliori della sua carriera, regalandoci in appena 90 minuti una tensione quasi hitchcockiana. Il regista riesce nel far cambiare idea su Howard allo spettatore più e più volte, svelando solo negli ultimi momenti la vera risoluzione del mistero.

A differenza dei confusionari movimenti di camera in stile found footage del primo episodio, Lane è un film molto più impostato e classico, ma le riprese sono studiate benissimo per restituire quel senso di oppressione e claustrofobia perenne nelle quattro mura del bunker. Anche la minima percezione che si ha del mondo esterno attraverso il piccolo oblò della porta principale e i misteriosi suoni esterni non fanno altro che accrescere una tensione magistralmente costruita.

L'obiettivo più interessante della campagna marketing è stato svelare i retroscena della storia di Howard: attraverso un sito della fittizia azienda giapponese Tagruato - un nome ricorrente nella mitologia della saga - veniamo a scoprire alcuni dettagli sul precedente impiego del personaggio e di come, probabilmente, abbia previsto l'arrivo della fine dell'umanità e la costruzione del bunker.

10 Cloverfield Lane resta con ogni probabilità il film migliore della saga, perfettamente godibile anche agli spettatori occasionali e avvincente grazie all'ottimo cast, una costruzione scenica da brividi e un finale assurdo, che fa riflettere su chi sia veramente il mostro della vicenda. Un netto passo in avanti nella costruzione della Cloververse, che purtroppo verrà vanificato dal terzo episodio. Ma di The Cloverfield Paradox ne parleremo in futuro.


 

 





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March 31, 2018 at 09:26AM

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